Professioni Sanitarie: “Serve una certa dose di empatia nei confronti delle persone con malattie o disabilità”

“Scegliere una qualunque di queste professioni significa essere predisposti caratterialmente. Serve una certa dose di empatia nei confronti delle persone con malattie o disabilità”. Parola della prof.ssa Francesca Gimigliano, referente per l’orientamento delle Professioni Sanitarie. Ben 14 Corsi Triennali professionalizzanti – coprono tutte e quattro le Classi di Laurea relative – che “consentono un’immissione nel mondo del lavoro immediata. Nel pubblico, dov’è in atto un turn-over, nelle Asl, nelle strutture convenzionate e nel privato. I nostri laureati sono soddisfatti e guadagnano abbastanza bene”.
C’è anche la possibilità di proseguire con la Magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche in caso di propensioni verso “il coordinamento, il management sanitario e l’insegnamento. Questa opzione è importante per chi aspira a fare ricerca e diventare caposala”. A un anno dal battesimo, si può fare un mini-bilancio di Assistenza sanitaria, per il quale sono stati banditi 35 posti. “Siamo contenti – prosegue la docente – Ho conosciuto qualche studente, sembrano tutti molto coinvolti e interessati”.
La referente poi sottolinea con orgoglio anche l’offerta di Nursing (10 posti per cittadini stranieri, 10 per cittadini italiani, test 9 settembre), la Triennale di Infermieristica in inglese: “è una grande opportunità per chi viene dall’estero e anche per chi vuole fare il percorso inverso, andando a vivere fuori dall’Italia”. Quanto al piano di studi, come al solito la struttura didattica del primo anno è la medesima per tutti i Corsi, che prevedono materie basilari come Fisica, Chimica, Fisiologia, Anatomia, Psicologia clinica.
Fondamenta sulle quali poggiare il prosieguo della formazione, che si settorializza sempre di più. Anche per quanto riguarda l’attività di tirocinio, “una delle parti più belle dei nostri Corsi, tant’è che alla pratica abbiamo riservato quasi gli stessi crediti contemplati per le lezioni frontali”. Tutto bello, ma se per qualcuno l’offerta fosse talmente vasta da generare più di un dubbio su quali professioni scegliere? La docente prova a tratteggiare le caratteristiche fondamentali di alcune di queste. “Gli infermieri sono molto a contatto con i liquidi corporei, che a molti possono fare impressione. Lavorano anche in sala operatoria, dove si vedono cose impattanti”.
Una differenza sostanziale con i logopedisti, per esempio. “A loro è sicuramente richiesta tanta empatia per entrare in armonia con il paziente – generalmente persona anziana o bambino. In più è necessario si esprimano bene in italiano e che abbiano una buona pronuncia dei fonemi”. Il fisioterapista invece lavora in un contesto dove la fanno da padrone patologie disabilitanti, cioè “pazienti che hanno difficoltà motorie, ma non c’è possibilità di vedere ferite e sangue”.
Su un piano totalmente diverso stanno poi le professioni più tecniche. Ortottica, una di queste: “è abbastanza asettico dovendo assistere l’oculista e, aggiungo, si può guadagnare molto bene”. Al netto delle caratteristiche, Gimigliano si rivolge agli aspiranti infermieri e fisioterapisti, con alcuni suggerimenti: “i primi, se intenzionati a studiare a Napoli, potrebbero inserire nelle tre scelte possibili una prima sede più blasonata, per arrivare ad una terza meno richiesta”.
Infine, un consiglio in vista del test del 5 settembre: “affidarsi ad appositi corsi, perché si tratta di quiz ai quali bisogna rispondere in tempi abbastanza stretti e serve una preparazione diversa rispetto al metodo solitamente usato a scuola. E perché no, pensare di adottare anche qualche piccola strategia: magari rispondere subito ai quiz più brevi e semplici per poi dedicarsi con maggiore concentrazione a quelli più complessi”.
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Guida Universitaria – Pagina 97

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