Metodi e strumenti per leggere la Cina senza farsi risucchiare dagli stereotipi

“Leggere la Cina, capire il mondo. Narrazioni dominanti e discorso critico in un’era di competizione” (Collana Eterotopie di Mimesis Edizioni, 2025) è un volume che, come spiega l’ideatore e curatore prof. Marco Fumian, “vuole essere un tentativo per affrontare le difficoltà nella comprensione della Cina e della sua ascesa negli ultimi anni”. Diventata attore globale sempre più importante, al contempo “i rapporti con il cosiddetto mondo occidentale si sono complicati, c’è una tensione crescente che ha reso più difficile interpretare la Cina senza essere risucchiati negli schemi preconfezionati dell’ideologia”.

Fumian poi prosegue: “si sono consolidate e irrigidite delle narrazioni contrapposte che hanno generato semplificazioni. Sono aumentati gli stereotipi, le polarizzazioni e le essenzializzazioni culturali. Il libro tenta di decifrare proprio questi discorsi: come sono nati, come si sono sviluppati”. Non solo genesi, ma anche decostruzione, attraverso il discorso critico, nel tentativo di “trovare metodi e fornire strumenti più sofisticati a coloro che si interessano di Cina, che per fortuna sono sempre di più, soprattutto tra gli studenti”.

Piccolo inciso, proprio per gli studenti, nel volume è impressa una frase: “dedicato a coloro che un giorno hanno aperto per la prima volta un libro in caratteri cinesi e hanno deciso che non si sarebbero fermati mai più”.

E a quanti non intendono farsi assorbire dai discorsi propagandistici, l’idea di far arrivare degli strumenti per decifrare la Cina nel mondo, che “spesso viene letta come una realtà a sé, tendente all’isolamento e rappresentata come l’altro del mondo occidentale. In realtà certi processi politici della Cina vanno letti in chiave globale. Di conseguenza, leggere la Cina può essere anche anche un modo per capire meglio il mondo in cui viviamo.

Negli ultimi anni si è enfatizzata molto la contrapposizione tra democrazia e autocrazia, con la Cina esempio principale per la seconda, in realtà le tendenze autoritarie nel nostro mondo erano e sono molto forti – si veda l’ascesa di Trump negli Stati Uniti o l’Italia stessa”. Tra i tanti modi di ‘ridurre’ la Cina, Fumian rifiuta da un lato quello che la vorrebbe come mera “opportunità economica che obbligherebbe ad averci rapporti a tutti i costi”, dall’altro “come minaccia politica che vuole esportare all’estero il sistema autoritario”.

Per il docente, “entrambe le affermazioni contengono delle verità, il problema è che sono soggette all’assolutizzazione”. Perciò, in questo contesto, “l’intento è scavare dentro le costruzioni polarizzate della propaganda per una visione più complessa dell’ascesa cinese e di ciò che questa porta con sé nel mondo, cercando nel contempo di capire in modo franco noi stessi e dove stiamo andando attraverso il confronto”.

Lo scopo del volume è proprio “fornire strumenti utili a tale comprensione”, e non a caso è nato dal dialogo fra studiosi di ambiti disciplinari diversi, per unire lo studio specialistico della Cina alle riflessioni sul presente”. Infatti, Fumian è stato supportato dagli interventi di altri autori: Flora Sapio, Federico Brusadelli (entrambi de L’Orientale), Fabio Lanza, Marina Miranda, Nicoletta Pesaro, Giuseppe Gabusi, Daniele Brigadoi Cologna, Antonella Ceccagno, Diego Gullotta, Sinan Chu, oltre da una conversazione tra lo stesso Fumian e i giornalisti Alessandra Colarizi, Lorenzo Lamperti, Simone Pieranni.
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 37

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