“Se nessuno interverrà sulle dinamiche di crescita di costi e riduzione di finanziamenti, il sistema collasserà nel giro di un paio di anni”. Le parole del Rettore de L’Orientale Roberto Tottoli non lasciano spazio a interpretazioni, il futuro delle università è pieno di nubi. I tagli certi al Fondo di Finanziamento Ordinario fanno tremare i polsi ai vertici di decine e decine di atenei italiani. “Noi siamo in calo sull’8%, 10% dell’FFO di quest’anno con nubi pesanti per l’anno prossimo. Allo stato attuale abbiamo vari indici di sostenibilità che sono buoni, ma le sole progressioni stipendiali, stando così le cose, metteranno in crisi il sistema nel giro di due o tre anni. Sicuramente il prossimo anno ridurremo di un 20% le attività di ricerca e la mobilità scientifica, perché sono tra le poche voci comprimibili.
La storia delle università italiane è fatta di aperture e chiusure, urge pensare a un progetto di ampio respiro. Faccio un esempio: quest’anno, su un bilancio di neppure 50 milioni, gli incrementi stipendiali sono stati di oltre due milioni. Con queste dinamiche si diventa in poco tempo inoperativi”. Sul rischio di una chiusura, il Rettore afferma che “il futuro è difficile da prevedere, certo le difficoltà di alcuni piccoli atenei possono portare in molte aree a generare crisi di questo tipo. Data la nostra specificità, per quanto riguarda L’Orientale, la vedo un’ipotesi lontana”.
Tottoli che, tra l’altro, rilascia queste dichiarazioni ad Ateneapoli direttamente da Città del Messico dove, assieme al Direttore del Dipartimento di Scienze sociali prof. Paolo Wulzer e ai professori Fabio Amato e Raffaele Nocera, ha incontrato la Presidente del prestigioso Collegio de México Silvia Giorguli e partecipato a due giornate seminariali con colleghi del Collegio “su tematiche relative a relazioni euro-latinoamericane e alle migrazioni nel Mediterraneo e alla frontiera messicano-statunitense”.
Uno scatto ulteriore verso l’internazionalizzazione
L’obiettivo della delegazione de L’Orientale, in termini strategici, è “avviare rapporti e scambi di studenti, studenti dottorali sul lungo termine e di concertare progetti di ricerca comuni che includano scambi di docenti e ricercatori”. Una missione in chiave internazionalizzazione che lascia tracce degli obiettivi del Piano Strategico 2024-2026, approvato con qualche modifica lo scorso 2 ottobre in Senato Accademico. Un atto – è bene ricordarlo – d’indirizzo politico che pianifica gli obiettivi da conseguire a medio e lungo termine per l’Ateneo. “Nel piano del mio primo triennio – spiega Tottoli – avevamo puntato a far ripartire la macchina da diversi punti di vista: riforma degli ordinamenti didattici che entrerà in vigore l’anno prossimo, riorganizzazione della ricerca e dei vari comparti; questo appena approvato implica uno scatto ulteriore in nome di un principio fondamentale che è quello dell’internazionalizzazione, dunque didattica, ricerca, terza missione, formazione di personale andranno in questa direzione”.
Nella già citata seduta del Senato è passata pure la Programmazione triennale, documento che sintetizza gli obiettivi e le esigenze dell’amministrazione: “in questo caso ci siamo dati un numero di obiettivi molto ridotto in base a coefficienti di realizzabilità già nel 2024; possiamo intervenire più facilmente sul reclutamento docenti da esterno, benessere del personale docente e amministrativo, aumento dei dati della mobilità”. Il Rettore si esprime anche sulla possibilità che i tagli ai fondi determinino una battuta d’arresto per l’acquisizione di nuovi spazi, sulla quale l’Ateneo lavora sottotraccia da molto tempo. “Queste questioni vanno avanti per le lunghe, stiamo valutando diverse ipotesi. Ad ogni modo il nuovo spazio di Monteverginella, il riammodernamento di Giusso, aiuteranno molto; di sicuro un edificio ci servirà, non più due”.
Calo di iscritti “siamo su numeri fisiologici”
Altro problema che l’Ateneo si trova a dover fronteggiare è il drastico calo degli iscritti. Confermato in due documenti ufficiali del Nucleo di Valutazione. Nella relazione dello scorso aprile, in riferimento al precedente anno accademico, l’organo parla di “tendenza preoccupante al calo degli iscritti (attualmente ne sono 8892, ndr)”; fatto ribadito nell’esito dell’adunanza del 12 settembre scorso, dove si invita l’Ateneo “ad una riflessione sull’offerta formativa”.
Su questo punto Tottoli sembra pensarla diversamente. “Come ribadito negli Organi di governo, allo stato attuale siamo su numeri gestibili. Lo scorso anno c’erano 2400 immatricolazioni, negli anni precedenti oltre 3000, cosa che generava un rapporto docenti-studenti di 1 a 50, con conseguenti problemi di spazi e sostenibilità delle lezioni. Dal mio punto di vista, date le dimensioni del nostro Ateneo, siamo su numeri fisiologici. Certo, se le immatricolazioni dovessero calare sotto le 2000, dovremmo porre attenzione al fenomeno, questa è la soglia di salvaguardia. Dobbiamo guardare a percorsi di didattica innovativa – Saperi Umanistici ha avuto un ottimo successo – La revisione didattica con più percorsi in inglese è certa. Con qualche novità si stabilizzerà il numero iscritti, ne sono sicuro”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 28