Ucraina: senza la storia “non si può comprendere il conflitto”

Ucraina: senza la storia “non si può comprendere il conflitto”

Ultimo appuntamento del ciclo di seminari proposto dai professori De Carlo e Morabito

Un anno e tre mesi fa, precisamente il 24 febbraio 2022, iniziava l’invasione russa ai danni dell’Ucraina. Un conflitto, fatti alla mano, destinato a continuare. Da allora, per il loro scopo di formazione, gli Atenei sono diventati centri di dibattito per capirne meglio le dinamiche e i possibili sviluppi. Come accaduto pure a L’Orientale, dove non è stata tematizzata solo la guerra in sé, ma pure la cultura, la storia, le tradizioni e il folklore dell’Ucraina. In un primo ciclo di seminari dello scorso inverno e in un secondo alle battute finali (il 31 maggio l’ultimo appuntamento): entrambi a cura dei docenti Andrea De Carlo (Lingua e Letteratura polacca) e Rosanna Morabito (Lingua e Letteratura serbo-croata).

Proprio il docente, che parla di “conflitto fratricida, una tragedia”, ribadisce la linea comune tra le due iniziative e, soprattutto, le finalità: “Ci siamo rivolti a studenti che hanno voluto approfondire le conoscenze del mondo slavo, con focus in particolare sull’Ucraina”. A differenza del primo ciclo, stavolta “ha trovato spazio anche il cinema”. Tra le righe, De Carlo lascia intendere che sia stata quasi una necessità imbastire questi incontri. “Prima della guerra non erano in molti ad interessarsi dell’Ucraina. E per questo ci siamo concentrati molto sulla storia, sull’evoluzione del Paese partendo dalle origini fino ai giorni nostri, cartine geografiche alla mano”. Passando, ovviamente, dalla cultura.

Anzi, “dalle tante culture che ci convivono”: per capirle “bisogna partire dai cosacchi, che sono riusciti a creare una lingua, ritenuta un dialetto dall’Impero russo e per questo da eliminare”. Tutti elementi da opporre a pregiudizi e fake news, che viaggerebbero in pompa magna tramite le bocche “di giornalisti che parlano senza avere una conoscenza reale”; senza la storia “non si può comprendere il conflitto”. “La propaganda, a dispetto di quanto si pensi, arriva anche a noi. Seguirla significa percorrere strade sbagliate”.

Che non significa nessuna discussione sulla complessità dei fatti. “Una studentessa, durante gli incontri, ha chiesto se la NATO possa essere ritenuta complice di quanto sta accadendo”. Certamente l’organizzazione “sta aiutando l’Ucraina come è evidente che ci siano giochi di forza tra Stati Uniti e Russia”. Tuttavia, per De Carlo c’è un fatto dal quale bisogna sempre partire: “abbiamo un invasore e un invaso. La Russia non ha accettato che l’Ucraina volesse uscire dalla sua sfera di influenza e guardare all’Occidente. Poi è chiaro che il nostro intento è stato quello di organizzare dei seminari di natura culturale cercando di essere imparziali, tenendoci fuori dall’analisi strettamente politica. Noi studiosi proponiamo solo possibili letture”.
Il docente chiude con una previsione amara: “dovranno passare anni prima che russi e ucraini possano riavvicinarsi, nonostante siano due culture legate”.
Claudio Tranchino

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