Promuovere la cooperazione scientifica e formativa prestando attenzione ai temi della modellizzazione e dell’ingegneria del rischio e della complessità, con l’apertura anche ad altri ambiti di interesse comune. È questo l’obiettivo sostanziale dell’accordo internazionale tra il Dottorato Modeling and engineering risk and complexity (MERC) della Scuola Superiore Meridionale e l’Universidad Mayor, Real y Pontificia de San Francisco Xavier de Chuquisaca di Sucre in Bolivia, fondata nel 1624 e per questo la più antica del Paese, nonché una delle più antiche e prestigiose di tutta l’America Latina. La convenzione è nata su iniziativa del prof. Gianfranco Urciuoli, esperto di rischio idrogeologico e frane, membro del collegio dei docenti di MERC e docente di Geotecnica al Dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale della Federico II, e di Juan Carlos Rojas Vidovic, Direttore del Centro Studi di Post-Laurea e Ricerca dell’Università San Francisco Xavier.
Il 5 maggio, l’accordo è stato ufficializzato a Napoli con firma e stretta di mano tra il Rettore dell’Ateneo partner e il prof. Arturo De Vivo, Responsabile della Meridionale. “L’accordo è importante per diversi motivi – ha spiegato il prof. Mario Di Bernardo, coordinatore del Dottorato – innanzitutto per attrarre studenti di talento e far sì che si perfezionino da noi svolgendo attività di ricerca interdisciplinare. In secondo luogo, per offrire ai nostri ricercatori e studiosi la possibilità di studiare una realtà complessa come quella boliviana. In quanto caratterizzata da una grande diversità geografica, presenta enormi sfide nella gestione dei rischi naturali – frane, terremoti, inondazioni – e nella pianificazione territoriale e delle infrastrutture”.
Non a caso la si reputa “un laboratorio naturale per la ricerca avanzata”. Nello specifico, il patto tra le due istituzioni prevede scambi di docenti, ricercatori e studenti di dottorato, la partecipazione a programmi di ricerca congiunti, l’organizzazione di seminari, corsi e incontri scientifici, e lo scambio di informazioni e pubblicazioni scientifiche. Gli scambi di dottorandi potranno avvenire per periodi fino a un anno accademico e sono previsti fino a 5 studenti in mobilità per ciascuna istituzione ogni anno, in regime di reciprocità. L’accordo consente ai dottorandi coinvolti di frequentare corsi, svolgere ricerca e ottenere il riconoscimento delle attività svolte presso l’istituzione ospitante – senza doppio titolo, ma con certificazione delle attività e dei crediti acquisiti.
Il respiro internazionale è un ulteriore mattone su una costruzione – quella di Merc, percorso nato nel 2020 – giunta al quinto ciclo e che “sta dando grandi soddisfazioni, in primis per la formazione interdisciplinare che offre”, ha detto Di Bernardo. E lo testimoniano le esperienze lavorative intraprese dai primi cinque che hanno conseguito il dottorato quest’anno, assunti da università prestigiose quali l’ETH di Zurigo, la Johns Hopkins del Maryland (Stati Uniti), un Ateneo di Sidney (Australia), la Federico II stessa e il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Bologna.
“C’è grande soddisfazione perché persone con background ed estrazione culturale diversa hanno sviluppato competenze molto apprezzate in questi quattro anni, tanto da essere inserite nel mondo del lavoro prima di terminare il percorso di dottorato. E, come desideravamo, siamo riusciti ad attrarre studenti spagnoli, francesi, latinoamericani, indiani, cinesi; così come studenti di altre regioni e città italiane, penso a Torino, Catania”. Ma, volgendo lo sguardo anche al dialogo interno, il lavoro svolto sembra andare nella direzione giusta: “MERC ha creato un volano di collaborazioni tra aree diverse sui temi del rischio e dei sistemi complessi generando risultati innovativi dal punto di vista della ricerca.
Abbiamo prodotto numerosi articoli pubblicati su riviste di prestigio – per esempio ‘Seismic risk mitigation at Campi Flegrei in volcanic unrest’ di Iunio Iervolino su Nature Communication”. Il docente ribadisce qual è la spinta che ha reso possibile tutto questo: “la cultura di ricerca e formazione interdisciplinare che caratterizza la Scuola fin dall’inizio – nel Dottorato collaborano colleghi di varie branche dell’Ingegneria, di Fisica e Matematica”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 26