Biostimolanti e microalghe, premiato un dottorando di Agraria

Ha dedicato la sua tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie all’utilizzo delle microalghe per ridurre la composizione di azoto nei reflui che provengono dagli allevamenti zootecnici. Sta lavorando ora ad un progetto per impiegare la biomassa che deriva dalla crescita delle microalghe e dai reflui in parte depurati dall’azoto come biostimolante per le piante. Il sogno è che da questi studi possa nascere una nuova impresa, una start up. Nel frattempo Gennaro D’Ambrosio, trentenne dottorando ad Agraria, si gode il Premio Giovedì Scienza Futuro, assegnato al miglior studio di fattibilità delle potenziali applicazioni di una ricerca, che ha ricevuto il 16 maggio presso l’Accademia delle Scienze di Torino, competizione scientifica rivolta ai ricercatori under 35 di tutti gli enti di ricerca italiani, organizzata dall’associazione torinese Centro Scienza Onlus, con lo scopo di promuovere e incoraggiare i protagonisti della ricerca alla comunicazione della scienza.
Il progetto del giovane ricercatore federiciano si chiama Biostimolanti e microalghe, economia circolare per l’agricoltura sostenibile. Ha vinto 3000 euro ed un percorso di accompagnamento finalizzato allo sviluppo del progetto sostenuto da uno dei partner del Premio. Avrà inoltre l’opportunità di partecipare a un percorso di formazione dedicato alla comunicazione della scienza e ad ‘Arte Oratoria’, un corso per affinare le tecniche del parlare davanti al pubblico. “La questione della componente azotata nei reflui provenienti dagli allevamenti – spiega D’Ambrosio – è significativa perché ci sono precise tabelle di concentrazione da rispettare, oltre le quali le sostanze non possono essere sparse nei terreni. Abbattere la percentuale di azoto è, dunque, importante per consentire di riutilizzare i reflui. Il passaggio successivo è stato quello di interrogarmi circa le potenzialità delle microalghe cresciute sfruttando l’azoto dei reflui”.
Di qui l’intuizione di utilizzarle come biostimolanti. “È qualcosa in più di un concime o di un fertilizzante. I biostimolanti sono composti che, oltre ad aiutare le piante a crescere, le fortificano e le mettono in condizioni di reagire meglio alle avversità, per esempio agli attacchi dei funghi e di altri agenti patogeni”. Il Premio, spiegano gli organizzatori, “ha il duplice obiettivo di stimolare l’attenzione nei confronti della comunicazione della scienza e di contribuire alla diffusione della cultura d’impresa, elementi imprescindibili per chi si trova a pianificare un progetto di ricerca. Tredici edizioni hanno raccolto oltre 700 candidature e coinvolto 407 ricercatrici e 363 ricercatori. 71 le candidature pervenute per l’edizione 2024, 48 ricercatrici e 23 ricercatori”.

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Ateneapoli – n.10 – 2024 – Pagina 6

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