Progetti e ricerche che ruotano intorno alla salute del suolo al CRISP

È Domenico Calcaterra, professore di Geologia applicata, il nuovo Direttore del CRISP, Centro di ricerca Interdipartimentale sulla ‘Earth Critical Zone’ per il supporto alla gestione del paesaggio e dell’agroambiente della Federico II. È stato eletto per il triennio 2025-2027. “Dopo due colleghi del Dipartimento di Agraria – dice il docente – sono il primo geologo che arriva alla guida di questo Centro. Mi sono candidato perché il Crisp si occupa di tematiche a me molto care, che ritengo fondamentali, e perché ho già svolto incarichi di gestione nell’ambito dell’Ateneo, tra i quali la direzione del Dipartimento di Scienze della Terra”.
Una breve cronistoria di questa struttura federiciana: il Centro nacque dieci anni fa su intuizione del prof. Fabio Terribile, ricercatore ad Agraria nell’ambito della Pedologia, che è la scienza che studia la composizione, la genesi e le modifiche del suolo: “Fu lui che propose a noi di Geologia di entrarvi a far parte. Si sono poi aggiunti altri due Dipartimenti: Architettura e Studi Umanistici. C’è anche il Cnr. Fanno riferimento oggi al Crisp circa trenta tra docenti e ricercatori. La sede è ad Agraria e ci sono alcune unità di personale per gestire dal punto di vista amministrativo le pratiche e le procedure relative ai fondi ricerca e alle convenzioni. Circa l’80% delle risorse provengono dai programmi EU Horizon e PRIMA”.
Si rivolgono alle competenze del Centro anche amministrazioni locali e consorzi per interventi, per esempio, di caratterizzazione del suolo. Trovano al CIRT la disponibilità di una piattaforma geoinformatica, integra banche dati, modelli e sistemi web geospaziali, accessibili a tutti, per supportare le decisioni in ambito ambientale e agrario. Tra gli strumenti operativi specifici figurano quelli per la gestione sostenibile degli ecosistemi agrari e forestali, il contrasto al consumo di suolo, l’analisi del degrado dei territori, la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico e la promozione della consapevolezza ambientale. “Quelli che portiamo avanti – sottolinea il prof. Calcaterra – sono in sostanza progetti e ricerche che ruotano intorno alla salute del suolo, intesa sotto diversi aspetti”. Una parte significativa dell’attività è quella poi della cosiddetta Terza Missione.
“Collaboriamo a varie iniziative di divulgazione. Una di esse è il Museo del Suolo di Pertosa: nel complesso delle grotte abbiamo allestito pannelli e vetrine. Partecipiamo, inoltre, al Museo del Parco Nazionale del Vesuvio e contribuiamo (attività in corso) al Museo civico di Aufidenate e al Museo delle Scienze Agrarie della Federico II”. Queste attività hanno anche l’obiettivo “di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del suolo e sulla necessità di garantirne la salvaguardia per le generazioni future”.
Sottolinea: “Dagli anni Cinquanta ad oggi, a Napoli e nella provincia, il consumo di suolo è andato avanti con intensità drammatica e con conseguenze molto serie. Decenni di azione amministrativa sconsiderata hanno provocato disastri. Ci si augura che gli attuali amministratori dimostrino una maggiore sensibilità di chi li ha preceduti, in attesa che sia approvata ed attuata finalmente una legge adeguata contro il consumo di suolo”.
Una necessità, quest’ultima, perché “consumo di suolo significa minore capacità di assorbimento dell’acqua. Ne soffrono i terreni e ne soffriamo noi, perché l’acqua non assorbita scorre in superficie e, in presenza di forti piogge, sempre più frequenti anche in conseguenza dei cambiamenti climatici, le strade si trasformano in fiumi e in torrenti. Le cronache dei disastri che si sono verificati in Italia come in Spagna chiariscono il concetto molto meglio di qualunque discorso. Occorre invertire la rotta ora e subito, tanto più che il consumo forsennato di suolo non è certamente limitato all’Italia. Negli ultimi anni c’è stato certamente un miglioramento della sensibilità su questo problema da parte dell’opinione pubblica, ma c’è ancora molto lavoro da svolgere e purtroppo non c’è molto tempo da perdere”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 6

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